Posta sul promontorio detto “di Venere” che domina il golfo e immersa fra gli ulivi, a pocadistanza da Fossacesia, sorge l’abbazia di San Giovanni in Venere, tra le più
importanti della regione, ricordata per il mirabile “portale della luna”, sul fronte occidentale, di pregiata fattura.
L’originaria piccola cella, intitolata a San Giovanni e alla Vergine Maria, venne fondata secondo la tradizione nel VI secolo, nei pressi di un tempio dedicato a Venere, per opera del monaco Martino.
Intorno al 1004 la cella diventò monastero, ma la nascita della vera e propria abbazia avvenne nel 1015 per volere del conte di Chieti Trasmondo II, la cui tomba è nella cripta, che trasformò l’antica piccola chiesa monastica in una delle più importanti abbazie abruzzesi.
La minaccia normanna spinse l’abate Oderisio I, intorno al 1061, a munire l’abbazia di opere di difesa, delle quali resta, sul lato destro della chiesa, la torre trasformata in campanile.
L’impianto planimetrico della chiesa, a tre navate, con tre absidi ed assenza di transetto sporgente rappresenta uno schema comune alle chiese di derivazione cassinese.
Le navate sono suddivise da pilastri, soluzione comune a molte chiese abruzzesi dell’XI e del XII secolo, dettata anche dalla volontà di rispondere meglio ad esigenze di sicurezza antisismica.
Nell’alzato della chiesa è interessante rilevare la presenza di archi a tutto sesto, a destra della navata centrale, e archi a sesto acuto lungo il lato sinistro.
Il presbiterio è sopraelevato sull’ampia cripta, a due navate trasversali e cinque longitudinali.
Le navate sono suddivise da quattro colonne in complessive dieci campate scandite da arcate a tutto sesto e a sesto acuto.
Sono presenti nei catini absidali della cripta cinque affreschi ascrivibili ad epoche diverse, il più antico dei quali sembrerebbe essere quello posto attorno alla monofora dell’abside centrale, realizzato probabilmente negli anni 1225-1230.
Particolarmente interessante è la decorazione parietale esterna delle tre absidi, caratterizzate nella parte basamentale da arcate cieche, al centro e a ovest a tutto sesto
mentre a est a sesto acuto, impostate su sottili lesene.
Gli splendidi rilievi sui poderosi pilastri laterali del portale occidentale, eseguiti durante l’abbaziato di Oderisio, rappresentano il primo esempio di scultura narrativa in Abruzzo. Sono disposti in quattro grandi riquadri su due registri; narrano l’infanzia e la prima maturità di Giovanni Battista, santo al quale la chiesa è dedicata insieme alla Vergine.