FESTE TRADIZIONALI IN ABRUZZO GIUGNO

A cura di Adriana Gandolfi

>>CAPPADOCIA, CARSOLI, LUCO DEI MARSI (AQ)

pellegrinaggio alla Trinità di Vallepietra (Roma)

Numerose sono le compagnie di pellegrini, provenienti dai paesi del territorio marsicano, che si recano, nel Lazio, sul Monte Autore, per devozione verso la SS. Trinità. Alcune, ancora svolgono il percorso a piedi, impiegando più giornate, ma tutte arrivano alla meta la sera della vigilia, per partecipare alla grande veglia notturna, cantando e pregando, illuminata solo dal chiarore delle fiaccole e dai fuochi dei bivacchi. Al sorgere del sole, davanti alla grotta dedicata alla SS.Trinità, tre donne nubili, vestite di bianco, cosiddette “zitelle”, intonano un antico e commovente canto: il “pianto” rivolte verso un antico simulacro del Cristo morto. A questo punto, i pellegrini possono entrare nella grotta eseguendo un percorso rituale obbligato: entrando dall’accesso est ed uscendo da quello ovest. All’interno i devoti sostano in preghiera davanti all’affresco delle cosiddette “Tre Persone divine”, ossia Padre, Figlio e Spirito Santo, toccando ripetutamente le pareti di roccia. Poco distante, c’è un’altra grotta dedicata a Sant’Anna, nei pressi della quale sgorga una sorgente ritenuta miracolosa, i devoti la bevono e se la passano sul corpo e prima di ridiscendere la montagna, strappano rami frondosi e raccolgono fiori, con i quali intrecciano ghirlande, che le donne acconciano tra i capelli e gli uomini usano per decorare il cappello o il tipico bastone a tre punte, simbolo della Trinità.


>>PESCARA (Colli Madonna)

Ia domenica e lunedì e giornate precedenti, “Madonna dei sette dolori”

Questo santuario è tuttora oggetto di autentica venerazione, non soltanto per i locali, ma come in passato, per numerosi paesi del circondario. La sera del venerdì, la statua della Madonna Addolorata viene “vestita a festa” ed esposta al pubblico per mezzo di un meccanismo azionato da carrucole che la fa “camminare”, dalla nicchia verso il podio centrale. Il sabato e la domenica arrivano i pellegrini cosiddetti “forestieri”, il lunedì ed il martedì sera, invece, la festa è riservata ai pescaresi. Tra le caratteristiche di tale festa, così come in altre simili, la grande affluenza di “porchettari” provenienti da tutta la regione, infatti il maiale arrostito “porchetta” viene considerata come la tradizione alimentare, tipica di questa festa.


>>BEFFI e SUCCIANO (AQ)

Ia domenica, pellegrinaggio a “Sant’Erasmo”

Dalle due frazioni di Acciano numerosi devoti compiono il pellegrinaggio annuale che accompagna la statua di Sant’Erasmo al suo santuario sul monte Offermo percorrendo un sentiero panoramico che sovrasta tutta la piana di Navelli. I due cortei si incontrano lungo il percorso, alla “croce” per continuare assieme, preceduti dalla compagnia di Beffi che porta il santo. Poco dopo, si sosta presso una icona: la “cunicella”, dove il sacerdote benedice i campi per propiziare un raccolto abbondante. Durante il percorso si aggregano altri pellegrini provenienti dai paesi della sottostante vallata ed ogni “compagnia” segue il suo gigantesco stendardo colorato. Dopo la messa celebrata nella chiesetta, si distribuisce il pane benedetto tra i fedeli e dopo un veloce ristoro, si ritorna a valle.


>>TORRICELLA PELIGNA (CH)

Ia domenica dopo Pentecoste, pellegrinaggio alla “Madonna delle Rose”

Dal vicino paese, in mattinata, gli abitanti si dirigono con la banda ed il sacerdote verso la chiesetta dove è conservata la statua della “Madonna delle rose”. Dopo la messa, la statua viene portata in processione verso il paese, ma dopo un breve tratto viene riposta nella sua chiesa; intanto, i devoti consumano la colazione intorno al santuario, seduti sulla pietra dell’apparizione miracolosa.


>>ASSERGI (AQ)

alba del giorno 5, pellegrinaggio a “San Franco”

Sin dalle prime luci del giorno, numerosi pellegrini (provenienti soprattutto dalla zona vestina) salgono per il ripido sentiero sul Gran Sasso, dove a quota 1.7OO metri, sgorga la sorgente miracolosa di San Franco e che si ritiene dotata di virtù taumaturgiche. Infatti, i devoti se ne servono riempiendone bottiglie e lavandosi, allo scopo di curare e prevenire alcune malattie. Al ritorno, sostano nel paese di Assergi, per accompagnare la statua del santo eremita durante la processione per le vie del borgo.


>>CASALBORDINO (CH)

giorno 10 e 11, “Madonna dei Miracoli”

Una gran folla di pellegrini, provenienti anche da fuori regione si recano ad onorare la Madonna miracolosa nei giorni a lei dedicati. Alcuni devoti passano anche la notte in preghiera o dormendo nelle cappelle laterali del santuario utilizzate come ricovero per i pellegrini e dopo aver partecipato alla solenne processione del giorno 11 ritornano a destinazione.


>>SERRAMONACESCA (PE)

giorno 12 e 13, “Sant’Onofrio e Sant’Antonio”

Per la festa di Sant’Onofrio, molti paesani salgono in pellegrinaggio fino all’eremo per svolgere alcune pratiche devozionali. A conclusione della funzione mattutina, i pellegrini consumano la colazione, poi si recano alla fonte vicina per attingere l’acqua sorgiva dai poteri salutari e rientrando nella grotta che ospita la chiesetta si strofinano e si sdraiano, a scopo terapeutico, su una nicchia rocciosa posta in uno stretto passaggio dietro l’altare, noto come “culla di Sant’Onofrio”. Prima di mezzogiorno, ritornano al paese per partecipare alla processione con la statua del santo conservata nella parrocchiale. Il giorno dopo è la festa di Sant’Antonio del Giglio, compatrono del paese e tutte le ragazzine portano in chiesa canestri pieni dei “panini di Sant’Antonio” che il parroco benedice prima della distribuzione per le case.


>>SCANNO (AQ)

giorno 13, “Sant’Antonio del giglio”

Per tutta la mattinata, è un andirivieni di muli e di buoi aggiogati che trasportano legna da ardere e lunghi tronchi ai frati del Convento francescano, quale offerta della cittadinanza. Intanto, giovani ragazze in costume tradizionale, sfilano per le strade del paese portando canestri infiocchettati carichi di pane che, dopo essere stato benedetto, viene distribuito agli abitanti. La messa di mezzogiorno e la processione di Sant’Antonio, infine, concludono i festeggiamenti.


>>PESCOCOSTANZO (AQ)

mattina del giorno 13, Sant’Antonio

Il giorno dedicato a Sant’Antonio da Padova, gli abitanti dei dintorni si recano presso l’eremo di Sant’Antonio per assistere alla messa e partecipare alla processione nel bosco che circonda la chiesetta. Alla fine della funzione, vengono consegnati a tutti i fedeli, piccoli pani devozionali benedetti durante la funzione liturgica.


>>BISEGNA (AQ)

Alba del giorno 24 e vigilia, “San Giovanni”

Nel folto di un bosco, presso il fiume Giovenco è ubicata una grotta dedicata a San Giovanni Battista, al lato della quale l’acqua di un ruscello converge in una fonte. La sera della vigilia, i giovani della zona si accampano nei pressi ed accendono un falò in onore al santo. I primi pellegrini, arrivano alle prime luci dell’alba, seguiti più tardi dalle due compagnie di Bisegna e di Trasacco (paesi gemellati nel culto del santo) guidati dal parroco. Dopo la celebrazione della messa, all’interno della chiesetta, i fedeli si dispongono attorno alla fontana, dove il sacerdote li benedice aspergendoli con un ramoscello bagnato nell’acqua che si raccoglie nella vasca di pietra. Da quel momento, tutti i pellegrini riempiono bottiglie e si lavano con l’acqua della fonte ritenuta curativa, soprattutto per le affezioni dermatologiche. In questa giornata, si stringono anche legami di comparatico, lavandosi vicendevolmente e scambiandosi la promessa di amicizia “indissolubile” agganciandosi il dito mignolo della mano destra. Finito il rito lustrale, i fedeli prelevano la statua di San Giovanni dalla chiesa ed in processione la portano al paese dove li aspetta il “compare” del Battista e compatrono della comunità, Sant’Antonio da Padova, così continueranno a festeggiare assieme lungo le vie del borgo.


>>CIVITELLA ROVETO (AQ)

ore notturne del giorno 24, “San Giovanni”

Un’antica tradizione ritiene che l’acqua del fiume Liri, quella notte sia portatrice di poteri salutari e taumaturgici, per cui, tutti gli abitanti di Civitella e dei paesi del circondario, si recano sulle sue rive disseminate da fiaccole, lavandosi ed aspergendosi fino all alba. Da qualche anno, il parroco celebra una messa in un altare costruito sulla riva del fiume ed in questa occasione vengono anche battezzati i neonati. Dopo l’alba, la statua del Battista viene posta sul sagrato della chiesa ed i fedeli se ne contendono il trasporto durante un’asta pubblica, destinando la somma ricavata a finanziare i festeggiamenti. La processione per le vie del paese è molto suggestiva, in quanto gli abitanti provvedono ad addobbare con frasche verdi e fiori ogni rione ed a “tappezzare” il percorso con rami e foglie di erbe aromatiche ed officinali. Come in tutte le feste che si rispettano, anche qui vengono sparate salve di fuochi d’artificio “i botti”in onore a San Giovanni, dominatore del solstizio estivo, quindi patrono anche del “fuoco celeste” e ne vengono esplosi una quantità eccessiva ed il rumore delle batterie pirotecniche dura intere decine di minuti, assordando i presenti.


>>BOLOGNANO, SERRAMONACESCA e ROCCAMONTEPIANO (PE)

sera del giorno 23, “San Giovanni”

Nei giorni che precedono la festa del Battista, i giovani del paese e di alcune contrade preparano una catasta di sterpaglie alla quale appiccheranno il fuoco all’imbrunire della vigilia, per festeggiare la notte più corta dell’anno e salutare l’alba del “solleone”. Mentre il fuoco brucia, i ragazzi gareggiano a saltare oltre le fiamme per “misurarsi” nel coraggio e dimostrare il loro valore, compiendo un antico rituale di propiziazione.

FESTE TRADIZIONALI IN ABRUZZO CALENDARIO

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