FRANCESCO FILOMUSI GUELFI

Francesco Filomusi Guelfi nacque a Tocco da Casauria (allora provincia di Chieti) il 21 novembre 1842, studiò a L’Aquila e si contraddistinse nelle materie umanistiche e in quelle matematiche; si laureò in giurisprudenza a Napoli nel 1869.

La grande cultura che possedeva, la preparazione filosofica incoata, lo portarono ad ottenere la cattedra di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza nella Università di Roma nel 1873, anno in cui pubblicava anche la Enciclopedia Giuridica prendendo posizioni nette e categoriche su importanti questioni giuridiche, anche per motivi politici, sul matrimonio religioso.

Si oppose decisamente ai tentativi di riforma che prevedevano la sostituzione della materia universitaria della Filosofia del Diritto con altra materia di natura politico-amministrativa, in quanto veniva considerata superflua la preparazione filosofica per il giurista.

Fu di poi trasferito alla cattedra di Diritto civile; e ciò nel momento in cui era molto vivace il dibattito sulla crisi della scuola esegetica del diritto civile, accesosi qualche anno prima con l’affermazione di un nuovo metodo di studio da parte dei giuristi civilisti, che intendevano sostituire “alla pigra esegesi l’audace e libera costruzione del sistema”; altrimenti detto, si postulava l’abbandono del modello francese a favore di quello sistematico tedesco.

  1. Filomusi Guelfi soleva ripetere:”Se il diritto è un organismo vivente (si avverte l’influsso positivistico), la scienza deve riflessivamente riprodurlo; la riproduzione scientifica del complesso delle regole e dei rapporti è dunque lo scopo dell’attività sistematica del diritto; il metodo predominante nel sistema è quello di una costruzione dommatica”.

Con questi presupposti metodologici, nelle sue lezioni di diritto civile sostituì alla esegesi del codice la trattazione sistematica degli istituti che “muovendo dalla definizione di concetti e categorie giuridiche, era completata da una continua comparazione con le legislazioni straniere e dalla lettura storica del diritto vigente”.

Scrittore chiaro ed elegante, con le prove della sua grande dottrina, con i suoi corsi sui diritti reali e sul diritto successorio che sono, insieme con la “Enciclopedia” le sue cose migliori, lavori questi che gli procurarono la fama di grande giurista.

Come gli antichi ed insigni maestri, egli seppe tutto il Diritto; nella sua alta mente ne comprendeva la mirabile molteplice unità, perseguendola in ogni sua particolare manifestazione.