GABRIELE D’ANNUNZIO

Grande poeta abruzzese nato a Pescara nel 1863 e morto a Gardone Riviera il 1938.
Senza dimenticare opere e scene moralmente inaccettabili, non mancano nei suoi scritti sprazzi di luce, di azione e di gesti degni del Vangelo.
Nella “Contemplazione della morte”, parte del “Trionfo della morte”, opera scritta nel 1912, D’Annunzio esprime un momento di intensa vicinanza con Cristo, dove rivela uno spirito capace di intuire la bellezza dell’anima cristiana, la ricchezza di chi crede in Cristo.
Ma il fumo dell’orgoglio, le esigenze dell’arte e la febbre della voluttà ricacciarono ancora Cristo dalla propria vita.
Sentimenti religiosi e molteplici nude immagini contornate di voluttà in D’Annunzio si intrecciano; ecco quì di seguito un volo dannunziano di alta ascetica cristiana, inciso sulla tomba della madre, che riposa nella cattedrale di S. Cetteo a Pescara:

“Dio nel dì novissimo
rinnoverà la nostra vita
a immagine della sua
bellezza recondita”

Leggendo le sue opere impressionano a volte la sua ricca sensualità e la lussuriosa volgarità, ma in un momento di resipiscenza cristiana, prostrato dinanzi a Cristo, si confessa peccatore, bisognoso di perdono e di assoluzione.
Gabriele D’Annunzio era ricco di sensibilità sia artistica che umana; un barbiere di Pescara che aveva tagliato i capelli al giovane Gabriele, gli scrisse questo biglietto e glielo inviò quando il poeta viveva nella sua villa del Vittoriale di Gardone:Caro Gabriele, ti mando una bottiglia di cristallo con dentro l’acqua del fiume Pescara”.
Il poeta rispose con parole ricche di amore per l’inviante, per il ricordo della madre e per la nostalgia del suo fiume:

“L’acqua de la Pescara è profumata
da quanne la mamma mè ci s’è specchiate.
Ma ora stu rumite che te po’ rimannà?
Ti rimanne l’ardore de la bontà,
ma la bontà nen te cristalle,
l’aria bona te la porta abballe”.

D’Annunzio era un vero credente o un pagano con spunti cristiani?
Che sia stato un uomo dalla vita dissoluta e moralmente non accettabile è certo e si rivela dalle sue opere; che sia stato un credente ma dalla vita paganeggiante è quasi altrettanto vero.
Le geniali parole cristiane che comunque il poeta ebbe molteplici volte a dire e che volle fossero incise sulla tomba della madre, siano premio per la madre e speranza per lui.

a cura di Francesco Del Pozzo