IGNAZIO SILONE
Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquillo, scrittore abruzzese, nacque a Pescina (L’Aquila) nel 1900 e ivi morì nel 1978.
Politicamente passò gradualmente dal partito socialista a quello comunista e dopo una graduale crisi politica ed esistenziale si staccò anche dal comunismo e si avviò in forme tentennanti sui sentieri di un vago cristianesimo.
Le caratteristiche dei romanzi di Silone (due per tutti “Fontamara” e “Il segreto di Luca”) vanno ricercate nella descrizione dell’immobilismo della civiltà meridionale, nell’abbandono delle classi povere da parte dello Stato e nella superbia opprimente dei padroni sui poveri contadini, chiamati da quelli per disprezzo “cafoni” (perché quando indossavano i pantaloni, non potendosi permettere una cinta per reggerli, erano costretti a mettere al posto della cinta stessa una fune, quindi “ca fune”).
Le vibrazioni dei valori evangelici emergono nelle opere di Silone, specialmente in quelle dell’ultima sua stagione terrena; una tomba monumentale, con la croce di ferro fu eretta dove egli era nato, in attesa del monumento luminoso che gli è riservato in cielo.
A 18 anni, schierandosi ufficialmente col socialismo, si accorse inconsciamente come era legato a Cristo in tutte le fibre del suo essere; pur voltando allora in qualche modo le spalle alla eredità cristiana, tipica della gente dell’Abruzzo, da essa gli derivò l’impulso evangelico di rivolta contro gli oppressori dei poveri.
Taluni valori evangelici come giustizia, onestà, verità, rispetto per tutti, specialmente per i deboli, amore per i poveri, sacralità della vita, ribellione contro chi offende l’uomo, continuarono con ritmo sempre crescente a fermentare la sua anima e a renderla sempre più legata al trascendente, anche se inconsciamente.
Uscendo dal partito comunista nel 1930, nel suo romanzo “Uscita di sicurezza” affermava che nella lotta contro i lupi, per salvarci, si era nella necessità di essere costretti ad oltrepassare tutti i propri limiti umani e a riscoprire la nostra filiazione cristiana che significa validità permanente di alcuni valori etici per sottrarre la convivenza degli uomini alle leggi della foresta.
Testualmente affermava:”Nella mia coscienza ci sono delle certezze cristiane; esse mi appaiono talmente murate nella realtà umana da identificarsi con esse; negarle significa disintegrare l’uomo”.
Nel Cristo, per Silone, si armonizzano autenticità e grandezza per ogni uomo, perché il Redentore non ha lusingato gli istinti bassi dell’uomo, non è venuto a patti con il potere, non ha avuto paura di andare contro corrente, non ha esitato a proporre verità fuori di ogni schema.
Secondo Silone, Gesù è la materializzazione di un’idea tipica e travolgente e si è sacrificato senza che nessuno glielo avesse chiesto, ha scelto l’anticonformismo ribelle, senza sovrastrutture, senza potere, in quanto le sovrastrutture ed il potere vanno contro la persona. Silone è un cristiano che possiede una ricchezza infinita di fede; e ciò conta molto davanti a Dio.
a cura di Francesco Del Pozzo