MICHELE CASCELLA

Magnifico pittore ortonese (1892-1989).
Paesaggista, naturista, ritrattista, ha espresso con la sua arte pittorica il grande valore “dell’aperto”, il linguaggio delle cose, tutto il sublime delle prestive ore mattutine, il senso vero dell’aria tersa e fresca, la fisiognomica dei volti, espressione dell’altrui stato d’animo, il sublime mistero dei monti com’anche quello dei fiumi e dei laghi, impregnati di una abruzzesità tutta particolare, imperniata sui concetti del bello e del puro.
L’interpretazione vera delle cose e delle persone hanno posto il nostro pittore tra i più importanti del secolo, facendo rinascere anche l’arte della pittura sulla maiolica, che oggi può essere visitata ed ammirata in molti paesi dell’abruzzo ed in particolare a Rapino, in provincia di Chieti, dove vengono conservate dette opere con la massima devozione.
Durante la prima guerra mondiale, quasi in contrapposizione alle assurdità e banalità dei conflitti, disegna con gli inchiostri i fiori, tanti fiori, dagli stupefacenti colori, vividi, reali, mai rarefatti e scontati; Eduardo De Filippo acquistò una delle sue opere più belle “La Casa blu”.
Le sue attività espositive sono molteplici; Parigi, Londra, Bruxelles, Milano, Genova, Roma, si pregiano di averlo nei loro rispettivi saloni, con acquarelli e vedute di città, che sono i suoi temi preferiti.
Parigi, Capri, Messina, Portofino, Milano, Napoli, la Libia, la California, sono solo alcune delle località dove ha espresso magistralmente il senso del colore, il senso delle strade, il senso delle folle, il senso della natura umana, dove composizione, colore, paesaggio quasi ghermiscono lo sguardo dell’attonito osservante, competente o meno competente che sia.
I suoi pastelli e le sue opere ispirate al vero sono state e ritengo saranno sempre nella mente e nel cuore di tutti coloro che interpretano l’arte come mera entità trascendente che ci avvicinano al soprannaturale e ce lo fanno amare.

a cura di Francesco Del Pozzo