Sito web Eremo di San Venanzio, Raiano
È legata ad una narrazione non comprovata da documenti storici l’intitolazione di questo luogo di culto di particolare fascino e complessità architettonica, a cavallo del fiume Aterno, lungo il quale è stato costruito, in epoca non accertata, a m 501 s.l.m. nel territorio di Raiano, compreso nella Riserva Naturale guidata Gole di San Venanzio, attraversata dalla strada statale n. 5 “Tiburtina Valeria”.
Ci si arriva, provenendo dal Nord e dal Sud con l’autostrada A14, imboccando dopo Chieti-Pescara Ovest l’uscita per Roma dell’A25 fino al casello di Pratola Peligna – Sulmona. Da qui prendere la Strada Regionale 5 DIR verso Raiano e seguire le indicazioni stradali verso l’Eremo. Chi viene da Roma o da Chieti e Pescara può seguire la Strda Statale n. 5 “Tiburtina Valeria”, seguendo le indicazioni stradali.
La Valle, detta di San Venanzio è il risultato dell’erosione di secoli del fiume Aterno tra i monti Mnetino e Urano, in un paesaggio dall’aspetto quasi selvaggio con pareti di roccia a strapiombo, tra una vegetazione abbastanza folta, fino a lambire le sponde fluviali che creano angoli e anfratti inaspettati.
Il giovane Venanzio detto di Camerino, cittadina in provincia di Macerata, di circa 7.000 (almeno prima del terremoto del 30 ottobre 2016), sede di un’antica Università di epoca medievale, nel III secolo d.C. (circa nell’anno 250), convertito al cristianesimo, con il suo maestro Porfirio ha scelto di ritirarsi nell’eremo di Raiano che da lui poi ha preso la denominazione che ancora dura, rimanendoci per un periodo imprecisato. Deve essere, comunque, tornato a Camerino, se qui fu arrestato e martirizzato, con la decapitazione il 18 maggio del 259 d.C., all’epoca dell’imperatore Decio.
Secondo fonti della tradizione l’attuale costruzione risale al 1100 (XII secolo) tenendo conto che alcune bolle dei Pai Adriano IV, Lucio III e Clemente III fanno riferimento ad luogo di culto dedicato a “S.Venatii in Raiano”; altre fonti ritengono che risalga al 1400 (XV secolo).
E’ invece del 1688 una descrizione della Valle di San Venanzio, pubblicata nell’Appendice della vita del Santo, contenuta negli “Acta Sanctorum” pubblicati dai Padre Bollandisti in Belgio: “A mezzo miglio dalla città di Corfinio si trova un’amena valle circondata da colli, verso la quale si snoda un mirabile acquedotto sotterraneo, scavato nella roccia per la lunghezza di tre miglia e tanto grande da consentire (in corso di recupero e restauro, n.d.r.). il passaggio di una persona eretta. In esso scorre un corso d’acqua che irriga tutta la valle, che alimenta un bellissimo anche se piccolo boschetto e che, alla fine della valle s’immerge nel gran fiume Aterno, oggi chiamato Pescara. Su questo fiume, ai piedi del monte, si trova uno sperone roccioso, su questa roccia sorge la chiesa. Essa è dedicata a Dio, alla Madre di Dio e a San Venanzio Martire, protettore del luogo”.
Agli inizi del ‘900 all’eremo si recò anche Benedetto Croce, che ha lasciato uno scritto sotto forma di appunti riguardo a quella visita: “L’eremo sorge su un sistema di archi che impostano sulla viva roccia nel punto in cui la Gola si restringe maggiormente e dove il fiume forma una piccola cascata. Al visitatore viene spontaneo chiedersi come mai il santuario sia stato costruito al di sopra del fiume”.
L’eremo è costituito da una chiesa, risalente al XV – XVI secolo e ristrutturata alla fine del ‘600, dalla quale si accede alla loggia realizzata a cavallo del fiume ed al di sotto della quale si trova l’eremo vero e proprio abitato dal santo. Qui si recano i devoti e i pellegrini che usano soffermarsi nell’eremo pere un contato diretto con le rocce che ospitarono San Venanzio, come la terrazza detta “Crocetta”, cui si giunge attraverso una Scala Santa, scavata nella roccia, dove si può osservare una sorta di impronta del Santo che qui si sarebbe raccolto in preghiera e che i pellegrini e i devoti toccano (alcuni vi si sdraiano) per ricavarne benefici per la salute (artrosi, reumatismi, mal di schiena, ecc.) con la cosiddetta litoterapia (cura della pietra), assai comune in Abruzzo anche in altri eremi.
L’edificio della chiesa, è a pianta rettangolare coperta con volta a botte. L’altare maggiore è addossato alla parete divisoria della sagrestia, dove si trovano resti di affreschi cinquecenteschi rappresentanti gli evangelisti, restaurati nel 2006. Davanti all’altare si trova la scala santa, scavata direttamente nella roccia, che porta alla grotta abitata dal santo.
Due altari laterali ospitano le statue di San Giovanni Battista e di San Pietro Celestino Le decorazioni della chiesa sono dovute ai pittori Savino Del Boccio e Antonio Vaccaro, che le eseguirono alla fine della seconda guerra mondiale in segno di ringraziamento, come testimoniato da una scritta commemorativa.
Sul lato orientale si trova un corridoio sul quale si aprono delle celle abitate un tempo dagli eremiti. Alla fine del corridoio, di fianco alla sagrestia, si passa alla loggia sospesa sul fiume, costruita nel XVI secolo per permettere ai fedeli di raggiungere la grotta del Santo con un percorso più agevole.
Scendendo le scale si raggiunge dapprima la cappella delle Sette Marie, un Compianto in terracotta, risalente al 1510, costituito da un gruppo di cinque angeli sospeso dal soffitto e diciassette figure in terracotta, tra le quali una figura del Cristo posto in un sudario e circondato da figure maschili e femminili.
Scendendo si accede agli spazi abitati dal santo. Qui si nota un’area scavata nella roccia, dove si ritiene che il santo dormisse, e di fronte il sedile di Santa Rina, sul quale si trovano tracce di affreschi, restaurati nel 2006: la tradizione ritiene che adagiandosi su questi due posti i pellegrini abbiano benefici per dolori reumatici ed ai reni. Chiesa, celle della struttura poggiano sulla sponda destra del fiume Aterno, in modo tale che è collegata con l’altra sponda su un sistema di archi a vari livelli sotto cui scorrono le acque fluviali che creano una speciale atmosfera di fascino naturale.
La chiesa odierna ha subito varie trasformazioni tra il 1680 ed il 1690.
A Raiano il 16, 17 e 18 maggio si onora il Protettore San Venanzio con grandi festeggiamenti, processioni, concerti e giochi in suo onore.
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