Eremo di San Bartolomeo in Legio
San Bartolomeo fu ricostruito nel XIII secolo per opera di Pietro da Morrone.
Non ne conosciamo con precisione la data di origine ma possiamo supporre, come per S. Spirito a cui lo lega anche la vicinanza, che sia anteriore al Mille. L’Eremo, posto a circa 600 metri di quota nel vallone di Santo Spirito, si sviluppa sotto un enorme tetto di roccia, lungo circa 50 metri, bucato nella parte iniziale per permettere la discesa nel sottostante terrazzo
Tradizioni
L’Eremo è ancor oggi molto frequentato, in particolar modo in occasione della processione del 25 agosto. Una moltitudine di pellegrini vi giunge al mattino presto e, dopo la Messa ed una veloce colazione consumata giù alla sorgente nel vallone, in processione porta il Santo in paese. I fedeli ripercorrono antichi sentieri dandosi il cambio per portare la leggera statua del Santo, uno alla volta, in braccio come fosse un bambino. La statua in legno, bella nella sua raffigurazione paesana, ha la pelle sulla spalla sinistra ed un coltello nella mano destra. Tale iconografia si rifà alla tradizione che vuole San Bartolomeo martire in oriente, scorticato vivo. I fedeli riportano a casa l’acqua santa, raccolta sotto il masso all’interno della chiesa, e la distribuiscono ai parenti o la mandano all’estero ai familiari emigrati. L’acqua santa si presta a tutto: è l’ultima speranza per i moribondi, è miracolosa per le malattie dei neonati, cura piaghe e ferite. Anticamente era considerata l’unico rimedio contro la peronospera della vite.